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Padre Leonardi in centro Africa

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Esperienza indimenticabile

Un viaggio avventuroso nella fede e nell’amore di chi si sente sempre giovane e al servizio della “gente”. Alcuni “stralci” della lettera di P. Leonardi che racconta l’inusuale viaggio per accompagnare i due nuovi Sacerdoti Cavanis (congolesi) alle due messe novelle nei loro paesi d’origine, in centro Africa (vedi immagine). Chi volesse leggere la versione integrale delle sue lettere, può trovarle QUI .. Vi consigliamo la lettura!!!

 

“Dopo l’ordinazione presbiterale, viene naturalmente la prima messa o messa cantata. Ci sono varie “prime messe” private; ma poi c’è quella solenne nella parrocchia d’origine. P. Théodore è originario di una cittadina, o piuttosto una borgata, piuttosto lontana (745 km) e di accesso abbastanza difficile, sulla riva del fiume Kasai, grande affluente del Congo, e P. Benjamin è della città di Kikwit (490 km).

3 dicembre (da A a B) – Kinshasa - Kikwit – città di nascita di P. Benjamin

“Partiti alle 4 di mattina (sob!) abbiamo percorso circa 490 km di strada asfaltata di recente, abbastanza buona, in 7 ore e mezza fino a Kikwit.”

4 dicembre (da B a C) – Kikwit - Idiofa

“Dopo 80 km di asfalto, abbiamo trovato la pista di sabbia, sempre attraverso la savana, e dopo 5 ore siamo arrivati e siamo stati ospitati presso la parrocchia S. Carlo Lwanga (martire di Uganda) dei Padri Oblati di Maria Immacolata. Siamo senz’ acqua e senza corrente, quindi senza luce, e qui, su un altipiano, ho visto le stelle come non le vedevo da molti anni, in quantità incredibile”.

“Come spesso succede, nella cameretta offertaci dai padri non c’è la zanzariera e, per evitare punture di anofele e quindi attacchi di malaria, bisogna montare la propria, cosa non sempre facile. Ci vuole una certa inventiva. Qui riesco ad attaccarla con lunghi spaghi a qualche asperità della parete e del soffitto; ma nella prossima tappa non sarà possibile, perché il soffitto è troppo alto e sulle pareti non c’è nessun chiodo o altro”.

5 dicembre (da C a D) - Idiofa - Dibaya-Lubwe -  borgata di nascita di P. Théodore Muntaba

“E’ un viaggio, come già il precedente, assolutamente sconsigliabile per chi soffre di mal di macchina, di mal di cuore e/o di ernie al disco! Ma è anche un viaggio assolutamente delizioso, in cui si passa dall’altipiano coperto di savana alla valle infinita del Congo e dei suoi affluenti, il bacino coperto della seconda maggiore foresta equatoriale pluviale del mondo, dopo quella dell’Amazzonia, che conosco piuttosto bene”.

“…Cinque o sei ore, su strada di sabbia e terra, un percorso non molto facile. Su questo tratto, all’andata, prevalentemente in discesa, ci siamo insabbiati solo una volta; al ritorno, in salita e in situazione climatica differente, sette volte. Numero biblico!”.

Dibaya è un grosso villaggio, sulla riva del fiume Kasai. L’abitato avrà forse 30.000 persone, che quasi sempre abitano in case di paglia, legno, foglia di palma, rami e fango. I lotti sono separati da siepi e ci sono alberi e palme dappertutto.

9 dicembre Domenica – “La prima messa di P. Théodore Muntaba è durata dalla nove alle 14: una messa straordinariamente affascinante, africana che più non si può, celebrata all’aperto sul prato della chiesa parrocchiale, sotto per “pergolati” di foglie di palme da olio. La messa in kikongo (anche se la gente parla localmente il kidinga) è tutta cantata, su toni bellissimi.

C’erano anche due capi tribali in costume tradizionale; all’offertorio, dopo la raccolta delle offerte per la parrocchia, la gente, divisa in gruppi di movimenti o di quartiere portava regali a P. Théodore, seduto in poltrona davanti all’altare. Il primo regalo è stato portato dalla famiglia, e consisteva in un copricapo di perle di vetro multicolori, da capo-villaggio (mfumu), e di uno scacciamosche, pure da capo. Théodore ha ricevuto, oltre che una casula e alcune stole, tra l’altro tre capre, due pangolini (tutti vivi), una quantità di prodotti dell’orto o della raccolta nella foresta, pesci secchi o affumicati, pescati dal grande fiume e preparati con i metodi tradizionali e molte altre cose interessanti e utili per la festa”.