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Notizie dal Brasile - Ortigueira

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Brasile - Ortigueira - Casa da CriançaCari amici, ancora una volta è passato molto tempo dall'ultima circolare, che vi ho spedito ancora in aprile: siamo ormai alle porte di Pentecoste ed è quindi già da due mesi che non scrivo. In quest'ultimo periodo, alla Casa da Criança, ho fatto una scoperta che mi ha lasciato a dir poco senza parole: la maggior parte dei nostri ragazzi delle scuole elementari e medie praticamente non sanno quasi leggere e scrivere.

Qualche settimana fa sono stato raggiunto per telefono da una delle maestre della nostra scuola elementare che mi chiedeva un incontro: quando ci siamo visti, con una certa dose di insicurezza e quasi di timore, mi mostrava un foglio sul quale erano riportate le note effettive del primo bimestre dei suoi ragazzi, perlomeno quelli della Casa da Criança. Forse avrete già notato quel "effettive": in effetti sulla pagella di ognuno di questi ragazzi c'erano note ben diverse che, quando mi sono state consegnate, mi avevano colpito; mai i nostri ragazzi avevano avuto risultati così "poco negativi". La maestra mi riferì che la maggior parte delle note date ai ragazzi erano state “gonfiate” per un semplice motivo: in realtà meriterebbero note molto negative, ma sulla pagella non possono essere riportate perché altrimenti alla fine dell'anno dovrebbero essere bocciati; ma l'ordine di scuderia è di non bocciare nessuno o, se proprio bisogna bocciare, lo si può fare solo dopo una serie di misure preventive (psicologa, pedagoga, incontri vari) che nessuno è disposto ad assumersi, tanto meno il municipio che "non ha soldi".

Potete immaginare come mi sono sentito in quel momento: la prima domanda che mi è venuta alla mente è: ma allora tutte le note sono così. Allora vuol dire che tutti quelli che hanno buone note, in effetti le avrebbero mediocri, e tutti quelli che le hanno negative, in effetti, è come se fossero in un baratro.

Appena ho potuto ho fatto un piccolo test ai ragazzi dalla prima alla quarta elementare: qualche addizione, qualche sottrazione, la lettura di un testo molto semplice, e la correzione di alcune parole scritte errate. I risultati sono stati a dir poco da spavento. Alcuni giorni dopo ho voluto ripetere questo test anche nelle scuole medie: circa una quarantina dei nostri ragazzi. E anche qui i risultati... meglio non parlare.

La maggior parte dei ragazzi in quarta media non sanno assolutamente la tabellina del 7, dell'8 e del 9; non sanno fare moltiplicazioni, divisioni; non comprendono assolutamente un testo e quindi logicamente non lo sanno spiegare, non sanno assolutamente riconoscere le parole scritte errate e correggerle.

A questo punto mi sono messo le mani nei pochi capelli che mi restano e, insieme agli altri educatori della Casa da Criança, stiamo cercando di vedere cosa fare: ma posso assicurare tutti che escogitare un metodo per alfabetizzare gente di 13-14 anni non è assolutamente facile. Alla faccia del governo brasiliano che sbandiera ai quattro venti che in Brasile l'analfabetismo è stato debellato e che tutti i ragazzi sono effettivamente nelle scuole. Sarà anche vero che tutti siano nelle scuole, ma con quali risultati... stendiamo un velo pietoso.

Probabilmente ricorderete che già agli inizi di questa mia esperienza in Ortigueira vi accennavo come avessi toccato con mano quanto qui la scuola non sia considerata un granché. La maggior parte dei genitori dei nostri ragazzi hanno fatto solo la prima o seconda elementare e, pur dicendo a parole che ritengono fondamentale la scuola per i loro figli, non perdono nessuna occasione per dimostrare il contrario: i ragazzi non vanno a scuola e i genitori non intervengono, li mandano nei campi a lavorare per raccogliere pomodori e patate, li lasciano molto spesso a casa a curare i fratellini più piccoli...

In questa situazione ci sarebbe quasi da domandarsi se vale la pena!

Ma, visto che non mi arrendo facilmente, continuo il mio lavoro qui e mi rimbocco le maniche.

Ho parlato chiaro con tutti i ragazzi, spiegando la mia preoccupazione di fronte alla situazione in cui loro si trovano: un domani non sapranno assolutamente affrontare la vita è qualunque imbecille, spesso travestito da politico, potrà indurli a fare tutto quello che vuole lui, senza che neanche si rendano conto di essere manipolati.

Per questo da sabato prossimo (normalmente la Casa da Criança e chiusa il sabato) inizieremo a fare degli incontri, con chi lo vorrà, dato che non è possibile imporre una cosa simile, per tentare di recuperare il tempo che hanno perso in tutti questi anni: non so quanti accetteranno questa sfida, ma per il loro bene spero tanti.

Avrò modo di farvi sapere.

Ed ora vediamo un po' a un altro argomento: fra poco più di un mese e mezzo partirò per tornare in Europa per una ventina di giorni: dal 19 luglio al 12 agosto.

Rientro sia per riposare un po' che per motivi burocratici: scade il mio permesso di soggiorno all'estero dalla Svizzera e devo quindi rinnovarlo per altri due anni, devo fare alcune visite mediche (fratel asino ha passato i 60 ed è necessaria una revisione generale: ci sarebbero molti pezzi da cambiare, ma il mio meccanico dice che non si trovano più: l'anno di fabbricazione è troppo in là nel tempo e i pezzi scarseggiano). A parte gli scherzi, niente di preoccupante, ma vari piccoli fastidi che è meglio mettere a posto. Inoltre andrò a visitare anche i miei parenti a Venezia e a Bologna oltre che i miei fratelli e quindi 20 giorni passano anche troppo presto. Qui d'altronde siamo in pieno anno scolastico e quindi non posso assentarmi per più tempo.

Chissà se avremo occasione di poterci incontrare con molti di voi? spero proprio di sì: qui si dice "matar saudade" che significa letteralmente uccidere la nostalgia. Non ho nostalgia nel senso che vorrei ritornare, ma sicuramente di vedere tanti parenti e amici, questo sì. Speriamo di riuscirci!

Bene miei cari, non voglio occuparvi troppo tempo e quindi mi fermo qui: ma come al solito non perdo l'occasione per una riflessione che mando a tutti.

Prendo spunto dal Vangelo di domenica prossima, festa di Pentecoste. È il Vangelo di Giovanni, ai versetti 19-23.

Sottolineo due punti: il primo è la doppia raccomandazione di Gesù "La pace sia con voi". E sottolineo questi versetti perché generalmente siamo troppo abituati a pensare che la pace sia solo qualcosa di esterno: assenza di guerra, non violenza...

Naturalmente anche questo è vero, ma la pace, quella che invoca Gesù, non è solo questo: ancora prima è un atteggiamento interiore, la capacità di sentirsi bene con se stessi, bene con gli altri, la sensazione di non avere niente in sospeso con nessuno...

Auguro a tutti di avere davvero nel cuore questa pace: quella pace che mi fa essere amico di tutti, quella pace che mi fa rispettare tutti anche se la pensano diversamente da me, quella pace che è frutto di una disposizione interiore a lasciare agire lo Spirito Santo in noi.

Il secondo punto è nell'affermazione di Gesù circa il perdono: non voglio riferirmi al perdono inteso come sacramento (quella che chiamiamo la confessione), ma desidero invece ricordarea tutti come il perdono che noi riceviamo sia strettamente legato al perdono che noi diamo: nella preghiera del padre nostro, certamente la più importante che abbiamo e non dimentichiamo, la preghiera che Gesù stesso ci ha insegnato, diciamo queste parole: rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Sono purtroppo convinto che spesso e volentieri preghiamo il padre nostro senza neanche pensare veramente a cosa stiamo dicendo: in questo caso ci compromettiamo seriamente per perdonare a tutti quelli che hanno qualche cosa contro di noi: non si tratta di sapere chi è dalla parte del torto o della ragione, ma piuttosto dalla parte dell'amore e, come dice San Paolo, l'amore è sempre pronto a perdonare.

Ciao miei cari, spero proprio di poter rivedere tra non molto tempo e nel frattempo vi mando un mio carissimo saluto.

Con affetto, don Sandro.

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