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Notizie da Ortigueira - Brasile

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Notizie da Ortigueira - BrasileAprile 2011 - Mamma mia, amici, mi accorgo solo ora che l’ultima circolare risale al “lontano” Natale 2010. Non mi sembra vero, eppure è proprio così: e tra poco siamo già a Pasqua. Mi metto subito a scrivere perché di cose da raccontarvi ne ho davvero tante: vedrò di farlo senza dilungarmi troppo. Alla fine del mese di gennaio abbiamo festeggiato San Sebastiano, patrono di Ortigueira e devo dire che c’era tantissima gente: la festa è andata davvero bene e ha anche portato una discreta entrata economica che ci fa respirare, dopo le forti spese per il rifacimento del tetto della chiesa: era crollata, ricorderete che lo avevo scritto, poco prima che arrivassi a Ortigueira.

 

 

Ai primi di febbraio è iniziato il nuovo anno scolastico: nel 2010 abbiamo chiuso con 165 ragazzi e si riaprono i battenti con altrettanti. Circa una quindicina hanno bocciato, l’anno scorso, e quindi abbiamo dovuto lasciarli a casa: la nostra politica è di incentivare la scuola il più possibile, dato che ad Ortigueira sembra aver preso sempre più piede l’idea che studiare non è così importante. Ma ormai anche qui in Brasile chi non ha titoli superiori di studio, è tagliato fuori da qualsiasi prospettiva decente di vita.

I “nuovi arrivati” sono piccoletti: prima elementare. Ma hanno delle facce da birbanti che ve li raccomando!

Però devo dire che sembrano essersi tutti adattati bene alle esigenze di disciplina della casa: non è una cosa maniacale, naturalmente, ma per piccoli animaletti allo stato brado come sono generalmente i ragazzi in Brasile, non è così evidente dover accettare norme e convivenza con altri. Ma, come dicevo, per ora non abbiamo problemi eccessivi. Puntiamo più sulla autovalutazione e sulla capacità di rendersi conto che il comportamento del singolo si ripercuote sulla collettività che non sulle regole intese come “devi fare questo e non devi fare quello”. Sembra un buon metodo. Non vi immaginate quanto i ragazzi, anche piccoletti, sappiano rendersi conto se il loro comportamento è buono o no! Se dovessimo sgridare o richiamare all’ordine noi adulti, otterremmo certamente risultati meno buoni: invece li stiamo abituando a valutare il comportamento del singolo e del gruppetto, in relazione a tutti gli altri (per esempio in refettorio, tavolo per tavolo): beh!, come dicevo, stiamo ottenendo risultati sorprendenti.

Alla fine di febbraio sono venuti a trovarmi due membri dell’Amigos para Sempre, l’associazione svizzera che mi sostiene e aiuta in Brasile: abbiamo passato insieme una sola settimana, ma è stata molto intensa e ci è stata utilissima per capire come impostare una buona collaborazione. Sono nati alcuni progetti che cercheremo di sviluppare nel tempo.

Da dopo Natale mi sono dedicato abbastanza all’allestimento di una sala di registrazione che, speriamo, potrebbe dare un certo aiuto economico alla Casa da Criança: i nostri problemi di sempre rimangono purtroppo attuali e le autorità pubbliche, pur aiutandoci, stanno facendo pochino. Urge trovare nuove vie per non gravare troppo sui Cavanis. Visto che il campo “audio” è in notevole espansione, speriamo che la scelta di indirizzarci appunto sulla registrazione audio, sia azzeccata. La sala è stata già allestita ed è venuta molto bene, ora si tratta di trovare i macchinari che possano servire allo scopo: e questo vuol dire parecchio denaro da investire. Ma speriamo che ne valga la pena.

Settimana scorsa sono andato a visitare, con una comitiva di una ventina di pazzi scatenati (pensate che io ero uno dei più giovani, il che è tutto dire), il Pantanal: si tratta di una un'immensa pianura alluvionale situata per gran parte in Brasile e in parte in or: windowtext; text-decoration: none; text-underline: none;">Bolivia e in Paraguay. In totale, il Pantanal si estende per circa 150.000 km quadrati. Il nome Pantanal deriva dalla parola portoghese "pântano", che significa "palude". Per nove mesi all'anno (stagione delle piogge) viene sommersa per l'80% della sua superficie dalle acque. È considerato l'ecosistema con il maggior numero di specie di flora e fauna del mondo. Speravo di avvistare molti animali tipici di questa regione: caimani, capibara, formichieri giganti, e centinaia di specie diverse di uccelli, ma sono stato deluso. Ma la settimana è stata molto bella ugualmente. I miei amici pescavano, io facevo finta, spesso muovendo la lenza quando vedevo qualche pesce avvicinarsi pericolosamente: in fin dei conti credo che abbiano il diritto di starsene dove sono. E se ho voglia di mangiar pesce, me lo compro, per lo meno anche i pescatori di professione vivono.

Adesso ci stiamo preparando a tutti gli impegni che ci sono in vista della Pasqua, durante questa quaresima. Ah, dimenticavo: da un mese è arrivato un altro Padre in parrocchia: così adesso siamo in tre. Buon per Padre Milton, il parroco, che trova un aiuto per le 58 cappelle della nosgtra comunità. Per ora non ha ancora la patente e quindi è un po’ limitato l’aiuto che può dare, ma non disperiamo che riesca a prenderla quanto prima e, così, assumere lui pure il servizio nelle comunità all’interno del nostro grande Municipio (il secondo di tutto il Paranà, come estensione).

Ecco, miei cari, penso di avervi messo al corrente delle cose principali.

La salute va abbastanza bene: qualche acciacco dovuto all’usura, come ogni buona automobile che si rispetti, ma in generale non posso lamentarmi. Sarebbe sufficiente avere due gambe nuove, due ernie di meno, la pressione normale... e il gioco sarebbe fatto. I bambini della Casa da Criança, comunque, contribuiscono a farmi sentire “giovane” nonostante i 60 siano già suonati.

O forse sarebbe meglio dire che, a causa dei 60, un po’ suonato lo sono io!

Che dirvi ancora? Nient’altro che il mio fervorino finale.

Mi rifaccio al Vangelo di domenica scorsa, quello dell’incontro della Samaritana con Gesù al pozzo (Giovanni, 4,5-42). Alla fine del brano c’è una bella indicazione per tutti noi: la donna, dopo aver compreso chi era in realtà Gesù, rientra alla sua città, Sicar, e fa girare la voce: venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto: non sarà forse il Cristo? (vv. 29). E la gente che esce a vedere, alla fine dirà alla donna: “non è più per le tue parole che crediamo, ma perché noi personalmente abbiamo sentito e ora sappiamo che quest’uomo è davvero il salvatore del mondo” (vv. 42).

E’ proprio così, miei cari: solo quando faremo CIASCUNO DI NOI, la nostra PERSONALE esperienza di chi è Gesù per noi, solo allora potremo davvero dire di essere “credenti”. In altre parole, per credere sul serio occorre fare questa esperienza, se no ci fermiamo solo a qualche pratica esteriore, importante forse, ma non risolutiva!

BUONA PASQUA A TUTTI, quindi: vi auguro di scoprire che LUI è davvero il salvatore del mondo.

Un abbraccio.

Don Sandro

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